Grande è la confusione sotto il cielo quando si parla di oli essenziali.
Ho scritto questo articolo perché mi avrebbe fatto piacere leggerlo nel 2008, quando ho cominciato a leggere le etichette e a praticare una (blanda, blandissima) autoproduzione cosmetica. La scelta ecologica in campo cosmetico, di solito, porta ad una fase di autoproduzione matta e disperatissima (quella che viene chiamata con l’orrido termine “spignatto” nei forum dedicati) e di solito gli attivi più facili da trovare per arricchire la propria creazione sono proprio gli oli essenziali. Ma anche chi non è fanatico dell’ecobio può trovarsi alle prese con boccette e boccettine, diffusori e creazioni estemporanee per combattere le zanzare o arricchire un olio anticellulite. Rispetto a quando ho comprato il mio primo olio di lavanda le informazioni sono sicuramente maggiori, ma molto spesso sono anche molto specifiche e siccome non è facile destreggiarsi, soprattutto quando si è alle prime armi, metto a disposizione della collettività tutto quello che so per cercare di non farvi incappare in disastri (vi ho mai raccontato del mio deodorante al gusto Mojito?) o intossicarvi (si, può succedere anche quello, ma ci si deve impegnare parecchio. Io vi voglio tutti vivi, attivi e profumati qui sopra, per cui no panic).
COSA SONO GLI OLI ESSENZIALI: trattasi di miscugli oleosi di sostanze diverse, che vengono estratti da parti delle piante (di solito mediante spremitura o distillazione) e che mantengono alcune caratteristiche (per esempio l’odore) della pianta di partenza. Si possono produrre oli essenziali anche da parti differenti della pianta (il classico esempio della pianta/maiale della quale non si butta via niente è l’arancio amaro, dal quale si estrae quello dei frutti, quello dei fiori-il neroli- e quello di foglie, rami e frutti acerbi-petitgrain). Gli oli essenziali non contengono acidi grassi ed è per questo che hanno sempre bisogno di avere un vettore (un olio vegetale per utilizzarli sulla pelle, il latte per assumerli oralmente o per fare il bagno, se volete sentirvi Poppea per una mezz’oretta).Inoltre la diluizione è funzionale a diffondere l’olio essenziale su una maggiore superficie di pelle. Quindi NON SI USANO DIRETTAMENTE SULLA PELLE (anche se ci sono un paio di eccezioni di cui vi parlerò più avanti). Se ben conservati hanno una durata maggiore di quella di molti matrimoni, diciamo dai due ai 7/8 anni.
Si vendono spesso sulle bancarelle, in alcuni negozi o anche su internet degli oli profumati, che hanno una denominazione generica di “olio al…”. Rispetto agli oli essenziali di solito sono composti sintetici con nessuna proprietà, se non il profumo, molto probabilmente sintetico anche lui. Usate solo quelli che trovate da rivenditori fidati (di solito le erboristerie sono piuttosto fornite, ma si trovano tranquillamente anche al NaturaSì) e gli altri lasciateli sul banchetto dove li avete trovati, da bravi.
COME SI USANO GLI OLI ESSENZIALI: l’aromaterapia propone tre strade: l’assunzione orale, l’assorbimento cutaneo o l’inalazione. L’inalazione è il metodo più immediato: sentire un particolare odore mette in moto determinate reazioni che funzionano grazie alle proprietà specifiche della pianta. Ci sono gli oli che rilassano e quelli che stimolano.determinate reazioni nell’organismo. Si parla di risultati straordinariamente brillanti anche solo dopo pochi secondi di inalazione. Io ci credo poco; però sicuramente il nostro naso ci aiuta a riconoscere gli odori che ci piacciono da quelli che ci sono sgraditi, quindi a parità di efficacia, di scegliere un olio al posto di un altro. E in determinate circostanze (naso chiuso, raffreddore) possono essere un coadiuvante ad altri tipi di cure. Se piace profumare la casa, poi, è sicuramente meglio farlo con degli oli essenziali che con il fetido incenso puzzone, residuato bellico di ogni universitario fricchettone che si rispetti (il glade neanche lo nomino. Per me ha la capacità di trasformare qualunque ambiente in un gabinetto dell’ Autogrill di Cantagallo Ovest, che non è propriamente l’odore che vorrei sentire a casa mia).
L’assunzione orale è propria solo di alcuni oli, Per quello che riguarda l’assunzione orale è sicuramente un metodo funzionale ma VA FATTA SOTTO CONTROLLO MEDICO. Questo perché potrebbero interferire con delle altre medicine, ma soprattutto gli oli essenziali hanno un indice terapeutico (cioè la media tra la dose curativa e quella mortale) molto basso. Questo significa che anche una minima variazione nell’assunzione può essere tossica. Uomo avvisato…
Rimane l’assunzione tramite assorbimento cutaneo: gli oli essenziali fanno parte di quella categoria di principi attivi (da qui in avanti solo attivi) che rendono differenti i cosmetici. Per esempio una crema di solito è un mix di acqua e olio. La nostra pelle è permeabile ad entrambe le sostanze, sia singolarmente che mischiate. Però, ormai da decenni, dermatologi, pubblicitari e riviste femminili giurano che le creme arrivino negli strati profondi dell’epidermide e che ciascuna, teoricamente, dovrebbe agire su tipologie di pelli differenti. Come è possibile tutto ciò?
Chiaramente è tutto merito degli oli essenziali, delle loro molecole molto piccole e del loro essere affini al sebo. Il resto del lavoro lo fa la circolazione sanguigna, che lo diffonde nel corpo.
PER UN USO COSMETICO DEGLI OLI ESSENZIALI:
Ci sono solo due oli che potete usare puri: tea tree (che è una sorta di panacea a tutti i mali e che vi consiglio spassionatamente di acquistare anche se non avete nessuna intenzione di diventare delle maniache dell’autoproduzione cosmetica) e lavanda, che si possono usare da soli.
NON PIU’ DI 2 GOCCE, per favore, VI VEDO.
Se avete optato per un altro attivo, lo dovete diluire in olio o in crema (mediamente si diluisce al due per cento, che vuol dire 4 gocce per 15 ml): già questo è sufficiente per avere un cosmetico arricchito e più funzionale.Ci sono degli attivi che non sono fotostabili, per cui se volete usare un olio di questi per arricchire una crema (per esempio, tutta la famiglia degli agrumi ha questa controindicazione), lo potete fare solo con una crema da notte. Se usato di giorno sul viso l’olio essenziale potrebbe reagire con i raggi solari e lasciare un souvenir del suo passaggio sulla nostra pelle. STATECI ATTENTE.
Per fare un bagno ed evitare che l’attivo sia disperso in una grande quantità di acqua in maniera non omogenea e per non farlo galleggiare sulla superficie, invece dell’olio si usa il latte. Ora, non pensate a secchiate di latte vaccino sprecato; ne basta un bicchiere con dentro dalle dieci alle venti gocce di oe (potete usare anche quello a lunga conservazione, l’importante è che sia intero, perché è il più grasso, quindi quello più funzionale al nostro scopo). Potete aggiungerlo anche allo shampoo (due gocce per 10 ml di shampoo diluito. Ma lo diluite lo shampoo? E’ importante), al tonico viso (attenzione sempre al discorso della fotosensibilizzazione) o al deodorante (ma evitate l’Olio essenziale di menta, parlo da donna ferita, metaforicamente ma non solo -.-). Si possono persino aggiungere al pappone dell’hennè per contrastare l’odore di pascolo alpino che di solito si porta dietro.
Spero di aver fatto un po’ di chiarezza, buoni esperimenti 🙂